Studio penale – Fermo della Polizia: 3 cose da sapere

Se partecipi a una manifestazione, o anche solo se ti trovi a girare a tarda notte in una zona non proprio raccomandabile della tua città è possibile che tu venga sottoposto ad un controllo e all’identificazione da parte della Polizia o dei Carabinieri. Qualche consiglio dello Studio penale in questi casi.

Come comportarsi in questi casi? Quali sono i tuoi diritti? Quali rischi stai correndo?

Ecco alcuni semplici consigli per affrontare con serenità un fermo della Polizia.

  1. L’agente si deve identificare

Le forze dell’ordine possono controllare a loro discrezione i cittadini, poichè è una forma di controllo anche preventivo che mira a garantire l’ordine pubblico. Se a chiedere i documenti è un agente in borghese, il soggetto fermato ha diritto di chiedergli di identificarsi e mostrare il tesserino.

È una indicazione di buon senso: chiunque altrimenti potrebbe millantare di appartenere alle forze dell’ordine e molestare degli sconosciuti chiedendo loro i documenti. Attenzione però, questo diritto esiste nei confronti di un agente in borghese, mentre se indossa la divisa questa garantisce per il suo ruolo.

In questo caso non ci si può esimere dal dichiarare le proprie generalità e mostrare un documento d’identità.

2. Si può essere accompagnati in commissariato

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Se ci si rifiuta o se la Polizia o i Carabinieri hanno un fondato sospetto che si tratti di un nome o di un documento falso, oppure se non si hanno con sé i documenti si può essere accompagnati in commissariato per accertamenti.

Qui verranno effettuate delle verifiche rispetto alla propria identità. Non è un arresto, ma un fermo per identificazione.

3. Non si ha diritto ad un Avvocato

In questa situazione non si ha diritto ad essere assistiti da un Avvocato. Bisogna però sapere che il fermo per identificazione va comunicato dalle forze dell’ordine alla Procura e non può durare più di 24 ore, poi bisogna essere rilasciati.

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