Studio legale penale – “Te la farò pagare” non è sempre una minaccia

Studio legale penale: dire te la farò pagare è sempre una minaccia?

Dire ad una persona con cui si hanno ricorrenti discussioni la frase “dovete stare attenti che ve la farò pagare”, potrebbe non essere una minaccia. Secondo la Suprema Corte, infatti, (sentenza 26 settembre 2017, n. 44381) – non si può escludere che il riferimento fosse a possibili azioni giudiziarie e che tale generica espressione, in quanto esplicazione di un diritto, non implica un danno ingiusto e, quindi, il reato di minaccia.

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Se la minaccia infatti consiste nella prospettazione di un male ingiusto, la giurisprudenza di merito ha tenuto a precisare la differenza tra il fatto penalmente rilevante ex art. 612 e il semplice sfogo, inidoneo a limitare la libertà psichica del soggetto cui è rivolto, e limitato semplicemente alla manifestazione di un’insofferenza.

In questo caso la Cassazione ha accolto il ricorso dell’imputato. Egli aveva sostenuto la mancanza del contenuto minaccioso nelle frasi pronunciate all’indirizzo della persona offesa, in ordine al reato di cui all’art. 612 c.p.

Infatti, sussistendo da tempo un contrasto tra persona offesa ed imputato, non poteva escludersi che il riferimento fosse a possibili azioni giudiziarie.

Cassazione penale, sezione V, sentenza 26 settembre 2017, n. 44381